giovedì 30 maggio 2013

Il tempo delle principesse

Arrivera' anche quello delle mele. Adesso pero' siamo in pieno tempo roseo delle principesse. Dico roseo perche' oltre a vedere Biancaneve, Cenerentola e compagnia bella dappertutto, ultimamente Pippy vede solo rosa con conseguente virata pomposa del suo abbigliamento. 

 "Mamma voio carpette rosa, maietta rosa, mutane rosa, giacca rosa, ombreo rosa". E cosi via.

E io che la credevo immune da tutto questo la mia piccola bestiolina dal cuore hippie. A saperlo non le avrei "vietato" di vedere le avventure della lentigginosa Calzelunghe. Almeno lei ha la decenza di vestirsi di verde e giallo, di mostrare senza vergogna due bei dentoni davanti e di sapersi sporcare senza farne una tragedia. Certo cavalcare all'indietro, camminare sui muri e bruciare la cucina non sono esempi da seguire ma almeno in Pippi Calzelunghe sembra trionfare l'indipendenza dai luoghi comuni sulle bambine che tutt'ora fanno parte della nostra societa' e che sono ancora troppo spesso la rovina di tante future donne.

A dire il vero io non dovrei parlare troppo perché sono cresciuta a pane e Sirenetta....ma posso dire di non aver mai sopportato le altre principessine e mi fa troppo ridere il post scritto da Chiara di Machedavvero. Sono d'accordo su tutto. Proprio per questo oltre a divertita sono "preoccupata". In questa conversione di Pippy al mondo fatato delle pseudo eroine della femminilita' vedo infatti qualcosa di allarmante. Come faro' io a spiegare a mia figlia che prima di cercare il principe azzurro sarebbe meglio cercasse se stessa? Che esempio danno queste ragazze intente a pulire la casa di sette nani conosciuti per caso nel bosco, ad incerare il pavimento di due sorellastre super stronze o, ancor peggio, ad aspettare l'amore dormendo? Chi le dimostrerà che si puo' essere felici e contente anche se non si vive in un castello? Per non parlare dell'omosessualita' e di tanti altri temi contemporanei che le favolette melense non trattano affatto (quando invece dovrebbero).

Vada per il rosa che in caso si puo' cammuffare con il fucsia (tutto sommato di moda) ma come facciamo con questi "cattivi" e/o mancati esempi?

Un momento...mi viene da pensare a Mulan..lei non e' poi cosi femminuccia. E che ne dite di Brave? Non l'ho ancora visto ma ne ho tanto sentito parlare...Forse e' ora di aggiornare la mia conoscenza sulle principesse?

Chissa' poi se e' davvero cosi importante... Forse questa e' solo una fase, forse semplicemente ci vuole  un po' di quell'innocenza fiabesca almeno una volta nella vita...probabilmente passera'.

L'importante e' che il principe azzurro arrivi non prima del tempo delle mele e che, come da tradizione, ci faccia un po' penare senza pero' rinchiuderci nel suo castello.

principessina Pippy e principe Paolo


lunedì 27 maggio 2013

La lingua russa e' per persone pazienti


Il russo e' difficile.
Difficile?
Ok, il russo e' complicato.
Complicato?
Ok, il russo e' ostico.
Ostico? Ok, il russo e' impegnativo, molto impegnativo.
Impegnativo? Il russo e' arduo, faticoso, ripido, intricato e chi piu' ne ha piu' ne metta...il russo e' impossibile!!!

Scusate. Trattasi di due parti del mio io che discutono. La parte ottimista e quella pessimista. Ovviamente la parte ottimista dice che e' difficile, quella pesimista che e' impossibile.

Stiamo vicinivicini alla parte ottimista perche' per studiare russo a 30 anni (32...) di ottimismo ne ho bisogno a secchiate (in faccia). Quelle che mi butta la mia insegnante tre volte a settimana per mia fortuna.

No..non e' difficile! Mi dice sempre col sorriso. Credile!

Tralasciando l'alfabeto, la prima difficolta' del russo e' memorizzare i vocaboli. Somiglianze con le nostre care e "semplici" lingue latine? 0,1% se va bene. Si salvano giusto: depilatio, machina, luna, metro...e poche altre. Per il resto memorizzate puticestovat (viaggiare), cravat (letto), komnatie (stanza), u minia iest (io ho) e cosi via. La tecnica c'e' ma e' davvero troppo personale per farne un dizionario. Bisogna attingere a delle connessioni che solo la tua immaginazione puo' fare. Ad esempio per memorizzare la parola tufli (scarpe col tacco) ho dovuto ricorrere a questo (chiamiamolo) "ragionamento": se porti i tacchi alti rischi di cadere e quindi di tuffarti a terra. Ok, no comment.

La seconda difficolta' del russo sono i verbi e non parlo solo della coniugazione ma dei verbi di moto. Ai russi non bastava specificare vado in macchina, a piedi o su un razzo...NO...il mezzo con cui viaggi...o meglio...con cui vai e' dentro il verbo stesso e cosi se vai a piedi usi idti, se vai in macchina usi iedit..ma attenzione...oltre a pensare con quale mezzo andrai devi anche ragionare sul "vado adesso e torno o vado e resto li?'..."vado oggi o ci vado tutti i giorni?..Della serie: ogni volta che devo dire che vado in qualche posto ci metto mezz'ora a decidere che verbo usare. Morale: meglio non dire a nessuno dove cavolo stai andando.

Vogliamo parlare dei casi? Uno inizia a studiare russo e si sente un figo perche' magari ha memorizzato una cinquantina di parole. Bene. Dopo averle imparate arriva il bello (tan tan tan...musica tipo Lo squalo...): tutte quelle parole saranno modificate da 6 desinenze ovvero 6 casi!!! Alla fatica di imparare il nominativo di ogni sostantivo (gia' quella basterebbe) bisogna aggiungere la tortura di sapere i vari genitivo, dativo, strumentale.....quando pensavate che fosse finita l'epoca delle versioni di greco e latino, ecco che vi arriva un incubo tale e quale, con la differenza che se vivi a Mosca non puoi  dire "tanto sono lingue morte!". Se sei sardo la fatica magari si dimezza. L'accusativo vuole infatti la -u alla fine dei sostantivi femminili (ovviamente vale solo per il femminile....nel caso vi fosse sembrata una regola facile) ... ma ahime' pure i sardi avranno problemi con i vari -a -i -om -ami -ie...un'incubo..senza tanti giri di parole.

E questo e' solo l'inizio.

Quando dico che la lingua russa e' per persone pazienti non intendo solo che per studiarlo ci vuole infinita diligenza. Se hai intenzione di cominciare a parlarlo vedi di  avvicinarti a persone che abbiano il tempo di aspettare che tu sia in grado di fare la seguente equazione:

traduzione+nominativo+caso?\desinenza+verbo\>(mezzoconcuistoandando?)(frequenza?)+dovecavolostoandando(sostantivomaschilefemminileoneutro?)

Questo se non c'e' un aggettivo di mezzo (si perche' gli aggettivi cambiano pure loro a seconda dei casi ma di solito hanno un suffisso diverso ancora da quello del caso in questione)...se invece l'aggettivo c'e' meglio che offrite un bel bicchiere di vodka al vostro interlocutore, e che ne bevete uno GRANDE pure voi.

Nasdarovia!





venerdì 24 maggio 2013

Domani e' un po' anche il nostro compleanno

Io sono nata il 23 settembre, Ale il 23 agosto, Pippy il 22 aprile e Piggy il 25 maggio.
Oggi e' il 24 Maggio ...
Indovinate di chi e' il compleanno domani? Di Piggy ...ma anche un po' mio, di Ale, e di Pippy.
Perché' e' vero che il 25 maggio 2012 alle 8:08 del mattino e' nata Piggy ma quel giorno siamo rinati un po' tutti noi, nonni e zii compresi.

Io sono rinata come mammabis che in teoria vuol dire:

pensare di potertela cavare con meno dolore
saper già' cosa ti aspetta 
non dover imparare a cambiare i pannolini 

ma che nella mia esperienza pratica e' stato: 

soffrire il doppio (primo parto con epidurale e compagno a fianco e secondo senza epidurale e compagno a circa 4 ore di aereo...fate voi)

non capire piu' chi-e'-chi e cominciare a chiamare la nuova arrivata con il nome della figlia piu' grande per circa 10 giorni 

sentirsi dire dalle infermiere al nido: "signora lasci fare a me e non si agiti...e' normale con il primo bambino non saper cambiare un pannolino...intanto giriamolo dalla parte giusta...")

Ale e' rinato come papa'bisdiduefemmine cosa che l'ha portato in poche ore ad avere un netto svantaggio in casa ma che gli ha fatto sentire la vera e profonda sensazione di essere beato tra le donne.

Ma soprattutto domani e' un po' anche il compleanno di Pippy che da figlia unica quel giorno e' passata ad essere la sorella maggiore, diventando all'improvviso una gigante ai miei occhi.

Buon compleanno dunque piccoline. Ricordatevi che non c'e' al mondo regalo piu' bello del vivere insieme la propria infanzia.






martedì 21 maggio 2013

I maestri del racket

Si parlava ieri, tra mamme, di un problema che preoccupa molti dei genitori della scuola materna di Pippy.

Pare che i maestri ricattino i bambini.

Detta così ha fatto impressione pure a me. Poi invece pare che il ricatto sia un piu' o meno "se non mangi prima il pranzo non ti do il pane" o qualcosa del genere. Mi aspettavo estorsioni in puro stile mafioso dalla serieta' delle mamme.

Il mio contributo e' stato ammettere che i ricatti di quel tipo li uso pure io a casa. Non trovo nulla di male. In fondo il pane e' un contorno al pranzo vero e proprio e trovo giusto evitare che i bambini si riempiano di pane per poi magari lasciare le verdure sul piatto (cosa che Pippy fa regolarmente).

Ovviamente il mio commento non e' piaciuto.

Le mamme si erano gia' tutte alleate contro i maestri del racket e la loro risposta e' stata "a casa puoi anche sbagliare ma a scuola l'educazione dev'essere come si deve".

Sinceramente dubito di sbagliare a fare così e poi mi danno fastidio fisico le mamme che giudicano cos'e' giusto e cosa no in quel modo. Educazione come si deve? Ma cosa mai vorrà' dire? Se mi dici che il maestro toglie il cibo di bocca a mio figlio per sadismo o che urla in modo sconsiderato posso anche preoccuparmi anch'io ma per adesso niente di tutto cio' e' successo e, onestamente, credo che certe mamme occupino il tempo libero a trovare problemi che non esistono.

Pare proprio che non sei una vera mamma se non individui problemi alla scuola di tuo figlio.

Io ci tengo a sapere cosa succede all'asilo e sono pronta ad intervenire quando e se servira' ma vi prego mammepseudoperfettesotuttoio RILASSATEVI. Se il maestro ha "ricattato" vostro figlio perche' voleva mangiare il pane al posto delle carotine RINGRAZIATELO. Lasciate quell'aria battagliera per quando ci sara' davvero bisogno.

Se le maestre vi convocano per una riunione di fine anno dove fare un quadro della situazione potete anche dire che a scuola va tutto bene, non serve inventarsi i problemi se i problemi non ci sono.
Piuttosto, l'avete vista la maestra l'altro giorno combattere contro i capricci di tuo figlio imbestialitosi perche' non gli piaceva la maglietta che indossava? Altro che ricatti, in quel caso avrei accettato perfino una settimana di lavori forzati.

Perché' e' vero che nel mondo ci sono tanti maestri che non valgono niente ma nella mia (ancora breve d'accordo) esperienza di amica e "cliente" di maestri e maestre ho trovato gente con una vera e sincera vocazione che io ringrazio di cuore perche' fanno passare delle bellissime e indimenticabili ore a mia figlia.

Perché mi aiutano ad insegnarle a stare con gli altri, a condividere i giochi e le esperienze
Perche' durante la pausa al parco le fanno ripetere coccinella varie volte finche' lei lo dice correttamente
Perché' la richiamano se si alza mentre e' a tavola o se piange per puro capriccio
Perche' le allacciano le scarpe e la portano in bagno quando vuole fare pipi' e magari aspettano pazienti se lei ha il terrore di essere ingoiata dal water
Perche' le insegnano canzoni e balletti...

...ma sopattutto perche' la ricattano quando vuole mangiare il pane al posto delle carotine.



lunedì 20 maggio 2013

Chi trova un'Amica trova un tesoro

Non posso proprio lamentarmi.

Di Amiche (vere) non solo ne ho trovate ma pure tante. Si dice "meglio poche amiche ma buone".
Beh, io ho la grossa fortuna di poter dire tante e buone anche.

Amiche che ho collezionato durante tutte queste mie vite. Amiche che, anche se il destino ci ha portate lontane, c'e' sempre quel filo che ci unisce e che non si spezza mai. Non e' stato così con tutte s'intende, ma e' stato così con tante.

Sono Amiche che mi accompagnano con lo spirito.
Amiche a cui parlo col pensiero.
Amiche che rivedo dopo due anni e sono esattamente come le ho lasciate.
Amiche che mi riconoscono anche quando io non mi riconosco piu'.
Amiche che sanno custodire i ricordi.
Amiche .. con la A maiuscola.

Eppure non posso parlare da sola per strada come una matta immaginandomi di essere con quelle Amiche. Ci vogliono anche nuove Amiche. Pronte. Sul posto.

Ho avuto alcuni momenti difficili qui a Mosca. E fin qui niente di sorprendente.

Mi sono sentita spesso lontana da tutto e da tutti. Lontana dai sorrisi, dalla cordialita', dalla comunicazione, dalla comprensione. Ma soprattutto lontana dalle mie Amiche. Poi pian piano la mia vita moscovita e' cambiata.

Ho trovato delle Amiche. Anche qui.

Amiche con cui fare la mamma e Amiche con cui saper evadere momentaneamente da qual ruolo.
Amiche con cui parlare di tutto e Amiche con cui tacere mentre si e' sotto il sole al parco.
Amiche con cui fare shopping e Amiche con cui bere una birra.

La ricerca non e' stata facile e tutt'ora si inceppa. Così' e' successo oggi.

Nonostante l'entusiasmo...nonostante la maturità'....si ricade ancora in situazioni che ci fanno sembrare delle ragazzine delle medie.

Forse dovrei aprire un capitolo su cosa vuol dire maturita' perche' a questo punto sono confusa.

E' maturo chi resta falso e decide di sotterfugio cosa prendere e cosa lasciare in un'amicizia senza esporsi o chi si apre al 100% e dice quello che pensa? Non parlo di offese intendiamoci. Parlo di essere se stesse. Se credi che qualcuno stia esagerando meglio restare zitto e andare di nascosto per un'altra strada o affrontare la cosa? Io oggi ho pensato che essere me stessa e dire quello che pensavo era la forma più' bella di maturità', il regalo piu' grande che si puo' fare ad un'Amica. Evidentemente mi sbagliavo oppure la mia sincerita' non e' stata apprezzata.

Davvero non lo so.

Forse l'entusiasmo dell'incontrarsi e piacersi a prima vista confonde alle volte.
Forse bisogna andare piu' cauti.

Ma la cautela puo' far perdere delle grandi occasioni.

Di nuovo, non lo so.

So che e' un vero peccato aver perso un'Amica oggi...

anche se di Amiche ne ho tante.









sabato 18 maggio 2013

L'abito fa la mamma

Dopo un lungo e rigido inverno Moscovita fatto di brevi uscite, giubbotti testati per -30 gradi, cappelli di lana, sciarpe, doppi calzetti e tripli guanti, finalmente e' arrivato il caldo e con esso la liberta' di stare fuori casa a lungo e senza per forza sembrare dei grossi pinguini. Oltre a quello e' arrivata anche la voglia di sentirsi un po' piu' donna e un pochino meno solomamma o, almeno, di poter sembrare entrambe le cose mentre si spinge una carrozzina o si va al parchetto. Certo il sentirsi donna e' qualcosa che si ha dentro ma questo e' un altro discorso. Ammettiamolo che spesso un vestito ci fa stare meglio. Ci pensavo ieri mentre ero davanti al guardaroba con Piggy che piangeva disperata attaccata alla mia gamba. L'ho guardata e la sua faccia tutta piena di biscotti e lacrime ha guidato la mia scelta verso il solito completo pratico e sportivo: "in pochi secondi ogni capo d'abbigliamento che indossero' sara' ridotto nel medesimo stato perche' ovviamente vorra' essere presa in braccio, vorra' darmi bacini bavosi, vorra' sputacchiare..." pensavo. Poi pero' mi sono guardata in giro e ho visto appesi tutti quei vestiti che mettevo giornalmente senza grossi pensieri prima di rimanere incinta e che l'estate scorsa non ho potuto indossare perche' in versione mammamucca: il tubino arancione, il vestitino a fiori..."fuori fa caldo e oggi ho anche lezione di russo al bar..vada per un vestito!" mi sono detta e cosi ho fatto. Invece della solita tuta d'ordinanza mi sono decisa per uno di quei tubini che da mammachepassaorealparchetto tra sabbia e bambine scalatrici dovrei considerare offlimits. Ma che fare? Aspettare che arrivi l'occasione perfetta che poi magari arriva ma piove e fa freddo? NO. Ho voluto "osare" e cosi' ho fatto. Dovete tener conto che vivo a Mosca dove le ragazze usano il tacco 12 anche per fare pilates, si truccano per andare al lavoro come se fosse capodanno e vanno da estetista e parrucchiere con la stessa frequenza con cui io vado al supermercato o al lavasecco. Non lo vorresti ma un po' l'occhio ti scappa e quando magari passi davanti ad uno specchio li vedi subito quei capelli spettinati e quell'abbigliamento da ragazzina delle medie e gridi aiuto! Devo fare qualcosa! Non lo vorresti ma un po' ti fai influenzare e, anche se il tacco 12 lo riservi davvero solo per le grandi occasioni, almeno quel tubino lo si potrebbe proprio indossare e magari pettinarsi un po'. Perche' no!?

Non ero cosi convinta che avrebbe funzionato o che sarebbe comunque servito a qualcosa ma ho voluto provare. Vada per il tubino e una "vera" spazzolata ai capelli!



La mattinata e' filata liscia. Ho lavato Piggy dai resti incrostati di biscotti e mi sono fatta perfino sbaciucchiare. Bene: la bava non ha lasciato tracce troppo visibili. Il pomeriggio era scontato con Piggy a casa con la babysitter e io al corso di russo. Meno scontato e' stato essere stata fotografata mentre ero fuori al bar da due giornalisti che facevano un reportage sui "giovani" (siii ha detto giovani!) a Mosca durante l'estate. Se avessi avuto il solito completo da mamma non credo che mi avrebbero notata. Anche il ritorno dalla scuola di Pippy e' andato bene nonostante gli spruzzi di succo in macchina (succo d'arancia su tubino arancione = non si vede!). A questo punto la prova mi sembrava superata e cosi via pure al parchetto con il tubino. Arrivo e trovo le solite mamme. Una di loro mi guarda e mi riempie di complimenti: "Come stai bene! Sei proprio brava a vestirsi un po' carina e femminile anche quando vai in giro con le bambine. Io vorrei ma alla fine scelgo sempre abbigliamento sportivo perche' e' piu' comodo e perche' non ho voglia di sporcare e rovinare i miei vestiti" mi dice. Io le spiego che condivido i suoi pensieri ma che se c'e' una cosa che ho capito dalla giornata di oggi e' che bisogna osare un po' di piu' perche' non siamo solo mamme ma anche donne, pazienza se il vestito si rovina e si sporca. Poi le racconto dei ragazzi che mi hanno fotografato e di come mi sono sentita piu' me stessa con uno dei miei "vecchi" vestiti. Lei mi guarda fissa e mi dice che ho ragione e che appena ha un momento libero va a fare shopping e si veste meglio pure lei. "E che cavolo!". Nel frattempo presa dall'entusiasmo e dalla sicurezza del momento mi siedo sul cancelletto del parco, si, quello stesso che in questi giorni hanno ridipinto con la vernice verde e non si e' ancora asciugato...me ne accorgo mentre sono ancora seduta e penso che forse per coerenza e' meglio restare sedute e non farsi vedere. Pippy pero' sta litigando con un bambino e si lanciano della sabbia sugli occhi. Devo intervenire. Ecco che la mamma che prima mi aveva fatto i complimenti e che avevo iniziato  alla mia teoria ora mi compatisce. Inutile dire che il resto del tempo al parchetto lo passiamo parlando di smacchiatori, altro che "la rivolta delle mamme in tubino." Se a sporcarsi fosse stata la tuta mi sarebbe dispiaciuto molto di meno...

Dai, almeno ho avuto un breve momento di gloria immortalata dai due giornalisti...


venerdì 17 maggio 2013

Nel mondo delle mamme blogger

Quando ho lanciato il mio personal blog, confesso di non aver studiato molto la cosa. Il mio e' stato un impulsivo bisogno di comunicazione dovuto alla lontananza di amici e famiglia e il blog ha rappresento una valida piattaforma in grado di far concretizzare quella voglia di contatto. Non e' passato tanto tempo da quando ho lanciato il mio primo post ma in questo mese devo dire di aver scoperto un mondo che prima avevo solo visto passarmi di fianco: il mondo delle mamme blogger di cui ora faccio parte anch'io (nel mio piccolo s'intende). Non sono una grande fan delle amicizie in rete ma devo ammettere che quando la vita ti catapulta da una parte all'altra del globo con dietro prima una e poi due bambine senti doppio bisogno di confrontarti, farti aiutare, farti conoscere, soprattutto se capiti in una citta' come Mosca che d'inverno puo' essere molto alienante. Ma avere un blog non e' solo fare amicizie virtuali anzi, e' molto, molto di piu' e personalmente che sto trovando ogni giorno nuovi spunti che mi invogliano a continuare, creare e ricrearmi in quest'avventura.

In questa fase della mia vita in cui sto cercando un nuovo lavoro, avere un blog mi permette anche di tenermi al passo coi tempi perche' postare non e' solo un hobby.

Tra le bellissime sorprese che ho trovato in rete (machedavvero, 50 sfumaturedimamma, nonsolomamma, erounabravamammaprimadiaverefigli, conchandalyaloloco ecc...) ci sono anche mammacheblog.com e Fattoremamma.com che hanno organizzato un'interessantissimo evento rivolto a mamme che come me hanno trovato nella rete un grande alleato. Vorrei tanto poter assistere ma saro' a Mosca...

mi raccomando amiche blogger milanesi, e non solo, prendete nota!!!



MammaCheBlog – Social Family Day  è un evento organizzato da FattoreMamma per le mamme della Rete, una conversazione aperta tra mamme 2.0. Qui vogliamo facilitare e stimolare l’incontro, lo scambio, l’approfondimento e il confronto per far crescere insieme idee e servizi in Rete.
Dall’edizione 2013 l’evento si svolgerà in due giornate: il 24 e il 25 maggio, presso il Quanta Village di Milano:
  • 24 maggio: una serie di proposte di workshop (MOMClass) per le mamme blogger molto focalizzati, tenuti da chi ha esperienza diretta e di successo sui temi che saranno affrontati: sviluppo del blog, strategie e tecniche di uso dei social media, personal branding, scrittura creativa…
  • 25 maggio: si terranno conversazioni tematiche (MOMTalk) sugli argomenti che più coinvolgono le mamme blogger in Rete; sarà reso loro disponibile uno spazio aperto per lapresentazione delle loro idee e servizi (MOMShowcase) e… si terrà una corsa non competitiva di 20 minuti per le mamme! Nello stesso giorno verrà assegnato il FattoreMamma Award, un premio destinato ai progetti più innovativi tra quelli lanciati dalle mamme blogger durante l’anno precedente e quello in corso.
A CHI SI RIVOLGE
L’evento MammaCheBlog – Social Family Day si rivolge a tutte le mamme che nella Rete hanno scoperto un grande alleato. E’ dunque rivolto a:
  • le blogger che già si conoscono e frequentano virtualmente in Rete: è l’occasione di un incontro vis-à-vis, di un confronto di esperienze o semlicemente di due chiacchiere in libertà mentre il resto della famiglia si diverte
  • le mamme che (nella giornata del 25 maggio) vorrebbero conoscere meglio le opportunità che l’apertura di un blog e la Rete in generale offrono a chi si vuole reinventare, professionalmente o per hobby
  • le famiglie: papà e bambini possono trascorrere una bellissima giornata (quella del 25 maggio)  nello spazio verde della location prescelta, mentre la mamma partecipa e segue talk e dibattiti.


Per ulteriori informazioni.

lunedì 13 maggio 2013

We & Mauritius

Le famose 12 ore di volo sono state molto ben ripagate, se contiamo poi che il viaggio di ritorno (durato 24 ore esatte porta a porta) e' andato alla grande (in volo mi sono vista un film e ho mangiato riuscendo perfino a masticare e senza far cadere il vassoio...!!) allora possiamo affermare che la vacanza e' stata un successo. Ma non poteva essere altrimenti quando si atterra sull'isola di Mauritius.

Non aspettatevi una sorta di mini Lonely Planet perché la guida, si sa, e' molto completa (e ci azzecca pure molto spesso). Vorrei mettere per iscritto un po' delle belle cose/sensazioni che l'isola ha dato
A NOI, Lonely Planet o meno. Ovviamente saro' piu' che felice a dare suggerimenti se qualcuno lo desiderasse.

Non aspettatevi nemmeno (ahime') un reportage fotografico, ma solo alcuni degli scatti che rappresentano come i miei occhi hanno visto l'isola e la sua gente.

Prima pero' una brevissima introduzione sulla mia passione per la fotografia.

Non ho mai preteso di fare la Frank Capa del nuovo millennio, diciamo proprio che non ho mai preteso di fotografare con fini che non fossero congelare i miei ricordi e le mie sensazioni nel vedere parti di mondo. Eppure qualche corso di fotografia l'ho fatto e qualche (modesta) pretesa in fondo e' venuta e viene fuori di tanto in tanto. Certo, fotografare con una bambina per gamba e' molto piu' difficile. Diciamo che alcune delle piu' belle fotografie fatte durante questa nostra ultima vacanza non hanno trovato modo di incontrare l' obbiettivo e sono quasi tutte solo nella mia testa. Una volta mi arrampicavo o mi buttavo per terra per fare una foto. Una volta fermavo il mondo se serviva ma ora e' tutto un po' cambiato. Se si e' in macchina e si sta percorrendo delle bellissime strade dove le piantagioni di canne da zucchero creano lunghissimi e affascinanti corridoi bisogna pensare due volte se conviene fare "quella" foto. Piggy potrebbe svegliarsi se sente che la macchina e' ferma e questo comporterebbe urla disumane per una buona mezz'ora (soprattutto se sono finiti i biscotti usati per sedarla). Pippy invece potrebbe ricordarsi all'improvviso che dalla macchina si puo' decidere di scendere prima di essere arrivati e le sue urla disumane potrebbero aggiungersi a quelle della sorella creando un coro che ti raccomando. Insomma...si fotografa anche da mamma di due bestioline ma con qualche limite in piu'. La cosa positiva e' che si hanno due modelle d'eccezione, a gratis!


Ecco dunque Mauritius e'... secondo noi.


Mauritius e'...

Spiagge paradisiache. E fin qui nessuna sorpresa. Il vero fascino arriva quando, dopo aver girato un po' l'isola ed essere rimasti a bocca aperta per posti come Le Morne o essere stati molto delusi da spiagge-souvenir come Flic en Flac, capisci che il vero angolo di paradiso ero nascosto dietro una fittissima vegetazione a due passi dal tuo B&B. Una piccola spiaggia tutta per noi da condividere con i pescatori della zona e qualche sporadico turista persosi in passeggiata. Un vero lusso!





Vento. Succede quando stai nella zona ad est dell'isola, quella che la guida definisce la piu' selvaggia (e lo e'). Ma quanta bellezza in quel muoversi rapidissimo delle nuvole, degli alberi e delle vesti colorate degli indiani giunti in spiaggia per un pic-nic.


Mercato. Prima di provare a far apprezzare le mie foto vi devo descrivere il dietro le quinte. Decidiamo di fare la spesa al mercato di Maheburg. Entriamo e in mezzo secondo perdo Ale avventuratosi tra i banconi della frutta. Rimango io da sola con un passeggino doppio colmo di bambine, borse, giochi, asciugamani e quant'altro. Dietro a quel passeggino s'intravede una donna (io) che cerca di spingerlo tra la folla incuriosita nel vedere due bambine sedute su un passeggino-astronave phil&teds. Non contenta tiro fuori la canon ed ecco il quadro completo (e ridicolo) del mio aver provato ad immortalare il vivace mercato di Maheburg, a quanto pare molto piu' autentico di quello della capitale Port Louis.




Relax. Avete mai visto un barbiere addormentato a Londra o a Milano? Beh forse a Milano qualche vecchio barbiere ancora si addormenta ma non credo sia ben visto...alle Mauritius si puo' e non c'e' nulla di male.


Tramonto. Alle Mauritius e' buio (e li c'e' buio per davvero) alle 6 di sera e vedere arrivare il tramonto e' una delle piu' belle cose che si possono fare dopo una giornata di sole e caldo intensi. Basta seguire la gente del luogo che lentamente popola le strade. Giovani si siedono sulle panchine per una birra fresca, nonni passeggiano insieme ai nipotini sul lungo mare e ragazzini si sfidano a calcio, bocce e corse in bicicletta. Le barche se ne stanno invece placide al porticciolo lasciando che l'abbassarsi del sole crei in loro un gioco di luci.



Letteratura. Perche' nell' osservare i pescatori e la loro calma ci si ricorda che, a volte, ci si puo' dimenticare per un po' della fretta trovando cosi il tempo di rispolverare bellissimi libri letti anni fa come "Il vecchio e il mare".





Pensava sempre al mare come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che lo amano ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una donna. Alcuni fra i pescatori più giovani, di quelli che usano i gavitelli come galleggianti per le lenze e avevano le barche a motore, comprate quando il fegato di pescecane rendeva molto, ne parlavano come di el mar al maschile. Ne parlavano come di un rivale, di un luogo o perfino di un nemico. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva o rifiutava grandi favori e se faceva cose strane o malvagie era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò.

Ernest Hemingway

sabato 4 maggio 2013

Come sopravvivere a 12 ore d'aereo con bambini

La cosa piu bella del viaggiare in aereo con bambini e' che quando una volta riesci a scaricarli ai nonni per farti un giro da qualche parte, volare ti sembra doppiamente figo e ti rilassi a non finire. Se non hai bambini invece tutto e' normale e magari ti lamenti perche' il sedile e' stretto. No! Quando viaggi con bambini ti limiti a sognare di poter usare quello strettissimo sedile magari anche solo per piu di 10 minuti (esagero, ne basterebbero 5). Certo, noi non abbiamo fatto le cose facili. Potevamo scegliere un posto piu vicino, magari senza cambi...ma ci piace strano e cosi abbiamo propinato a Pippy e Piggy un totale di 12 ore di volo con ben 4 ore di attesa per il cambio. Per non parlare della partenza: 1 di notte. Con l'aggiunta di 2 orette nel traffico per raggiungere l'aeroporto di Domodedovo.
Non siamo partiti nel migliore dei modi. Piggy, che oltre a mangiare ama dormire, era incazzata nera perche il taxi immerso nel traffico non andava alla velocita che la poteva assopire. Pippy invece ha cominciato la martellante tiritera del "siamo arrivati?....perche non siamo arrivati?".  Come da copione le due si sono addormentate a cinque minuti dall'arrivo in aeroporto. Al check in per fortuna non si sono riscontrate scene di isterismo nonostante il sonno interrotto alle 11 di sera. Piggy e' riuscita a trattenere la sua furia grazie alla curiosita per gli aerei mentre Piggy credo si fosse drogata di nascosto perche' ha mantenuto uno sguardo da ebete durante tutto il tempo d'attesa fino a crollare una volta decollati. Ecco, il lato positivo del partire all'1 di notte e' che si e' sicuri che prima o poi finiscono le batterie e cosi e' stato. Primo volo tutto sommato tranquillo quindi. Anche durante  l'attesa a Dubai e' filato tutto abbastanza liscio. La tragedia e' arrivata dopo, durante il secondo volo. Nonostante la preparazione psicologica e materiale: zainetto con sorprese per tenere a bada il culo pepato di Pippy e valigia di biscotti per sedare Piggy, le due hanno dato il meglio di se facendo diventare i nostri tre sedili un vero palcoscenico tragicomico. L' interesse verso le sorpese dello zainetto e' durato il tempo di respirare e rendermi conto che era distratta (3 minuti circa) mentre i
regalini delle hostess e la TV altri 4. 7 minuti in totale quindi, a malapena il tempo di un caffe'.  L'interesse verso il bagno e il corridoio invece sono stati, ahime', molto piu duraturi cosi come il simpatico gioco del "salgo e scendo dal mio sedile" di cui non si e' quasi mai stancata nemmeno nei momenti di forti turbolenze. Ciliegine sulla torta sono stati la gara di urli tra sorelle e il rovesciamento del vassoio del pranzo. Tutto questo senza contare il disordine e il sudiciume che si era creato intorno, sotto e sopra i nostri tre sedili. In tutto questo Piggy oltre ad aver partecipato per l'appunto alla gara di urli, credo abbiamo messo su un altro bel kilo perche' per far stare tranquilla  almeno lei penso che le abbiamo fatto mangiare 25 biscotti.
E pensare che Ale appena seduto aveva tirato fuori libro ed esercizi di russo da fare durante il volo. Bello pero' che ci siano genitori ottimisti.
Insomma..scusatemi se dal titolo credevate che davvero avessi dei consigli per tenere a bada i bambini durante i viaggi in aereo. In realta i consigli li cerco visto che fra 10 giorni ci tocca avventurarci di nuovo in volo. Adesso pero' sono altre le avventure che ci aspettano. A dire il vero le abbiamo gia' iniziate e devo ammettere che di fronte a questa bellezza ci si dimentica dello stress in aereo (o quasi). A presto!